In questo scritto i corsisti dovevano scegliere tra quattro ambienti,
un atélier, un tabarin, un circo o un bordello,
tutti ambienti frequentati da Toulouse Lautrec,
il maledetto a cui ispirarsi durante la settimana di scrittura.
I corsisti avevano la consegna di utilizzare la parola famiglia
alcune battute di discorso diretto tra due personaggi, e poi dar voce a un terzo.
In una notte insonne io ho creato questo scritto, forse barando un po’,
dato che la terza voce è quasi astratta.
Sono state inventate cotte di maglia per proteggersi. Argini per non affogare. Trincee per non morire. Reti da circo. Per non schiantarsi.
Il corpo di Amande era a tratti sgraziato. Avendo scelto chi voleva essere ne accettava le conseguenze. Lei e Horace scherzavano spesso sulle braccia muscolose e i polsi fasciati. Stavano meglio addosso a una trapezista o a chi sollevava bilancieri di cento chili? Guardate qua! esclamava Horace con fare teatrale indicando Amande in una buffa posa da forzuta. E giù risate nelle pause dagli allenamenti. Come famiglia. Torno a volare. Lei schioccava un bacio nei pressi dei baffoni di Horace e tornava su da Michel.
Amande accoglieva sempre la chiamata del volo. Il sogno dell’equilibrio perfetto e l’equilibrio nel sogno imperfetto. La grazia del disegno possibile dei corpi. L’ebbrezza dello slancio e quella della sicurezza. Ogni atomo del suo animo e del suo corpo voleva tessere quell’armonia a ogni numero.
Ci sono falle ovunque. Fessure nelle cotte di maglia, che lasciano vulnerabili accessi. Punti deboli negli argini, che prendono a inzupparsi. Sacchi deboli nelle trincee. Lievi strappi nelle reti da circo.
Michel quella sera non la prese. Lì dove Amande avrebbe dovuto trovare l’aggancio perfetto dei suoi polsi trovò solo aria e il boato allarmato del pubblico. Nel vuoto nuovo chiese a se stessa se darsi il permesso di vergognarsi di un errore. Ma era la presa di Michel che era sparita nel nulla. C’è la rete, pensò in un attimo.
Ci sono io, pensò lo strappo.

Era sogno o era desta?

suggestione musicale: people are strange
foto: Joel Brodsky, copertina di Strange Days, album dei Doors, 1967 in cui è contenuto il pezzo musicale
Uno scritto di Antonella Petrera, all’interno del corso di scrittura on line da lei tenuto Vivaci Maledetti.

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