Layla parlò col temperamento di una vera leader, ad un anno esatto dal comunicato a network unificati, che aveva bandito il silenzio digitale.
Il Governo Tecnologico aveva imposto ad ogni cittadino l’impianto sottocutaneo di un dispositivo per la condivisione coercitiva del pensiero, che ne garantiva la totale trasparenza e controllo.
– Riservatezza, dubbio, incertezza, pudore. Sono ormai parole sovversive. Per molti nostri cari hanno segnato la differenza tra vita e morte – disse emozionata.
– È arrivata l’ora di unirsi ai ribelli in mare aperto e organizzarsi per riprenderci le libertà perdute –
Le parole di Layla furono accolte con un’ ovazione. Molti erano genitori che, come lei, avevano sofferto la perdita peggiore. Remo la baciò sulla fronte, commosso, e si ritirarono nella loro grotta sul lato Est dei Sassi. Si erano trasferiti in quella dimora primitiva dopo che il loro Mattia era morto. Il primo di una generazione di ragazzi caduti, uno dopo l’altro, come colpiti da un’ improvvisa malattia. Avevano reagito all’autoritarismo digitale nel modo più tragico, cercando la libertà nell’oblìo.
Era la loro ultima notte in quella stanza dalle spesse mura, che li aveva protetti dal continuo rumore di fondo esterno. Le lampade ad olio creavano un’atmosfera quasi romantica.
Layla e Remo fecero l’amore per la prima volta dopo tanto tempo. Poi, piansero in silenzio.
Foto: copertina album di Pat Metheny “zero tolerance for silence”
Uno scritto di Claudio Mercante prodotto durante il nostro corso di scrittura creativa online e interattivo Come è profondo il mare.
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