Ti amo
con la punta delle dita
con la punta della lingua
– la mia.
Tu, campanile di chiesa sconsacrata
segni il battito cardiaco
il rintocco delle note
nascoste dentro le parole
che io dico travestita da poeta
o che trattengo tra le cosce
pur guardandoti negli occhi.

Ti amo
con la punta di una spiga
quando il grano sta crescendo
e intanto tutto l’universo
tifa perché ce la faccia.
Prua al vento,
ti amo e ti ripeto
dalla punta di una nave
soffia il vento apriam le vele
che non voglio più attraccare.
La mia punta di diamante,
– sei
la parte finale del gelato
che a nessuno darei mai,
la punta della biro
con cui scrivo questi versi.

Ti amo
nelle cose più appuntite,
in quelle aguzze ed affilate;
ti ritaglio per esempio se le foglie sono secche
ti poggio in fondo alle mie scarpe
per slanciare la figura.

Così ti amo
in ogni cosa piccolina
in ogni incontro di due rette
nel mistero sconfinato
di un momento o dell’eterno,
di un tempo in cui uccidevano le frecce.
Te lo dico sottovoce
che ti amo immensamente
ma questo, amore mio,
è solo quello che si vede
solo quello che so dire
perché in fondo tutto il resto
quel che conta veramente
sta nascosto sottopelle,
sotto suolo, sotto mare, sottobanco
io ti amo sottosopra.

Ti amo di un amore puntiforme
punteggiato, puntiglioso,
di un amore puntuale
come il mio finto disappunto
quando mollo le redini e mi arrendo.
Ti amo
quando mi tendo sulle punte
e cerco forte il mio equilibrio
quella grazia ballerina
che so solo immaginare
Ti amo
con la punta di una qualsiasi cosa
che inesorabilmente vuol finire
– finirmi.

Ti amo, ora sì, te lo confesso,
son soltanto due parole
due paroline appena nate
che si incontrano perfette
nella punta deliziosa
di un gigantesco iceberg
che m’è cresciuto qui
in mezzo al petto.

Cristina Carlà

Immagine di copertina: Annie Spratt
https://unsplash.com/photos/kf3e1bOYhto

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Ti amo di cristina carlà è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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