Quando tutto finì e in una sola notte le stelle ritornarono ad essere solo astri luminosi e gli uncini furono declassati a inerti appendini da macellaio, Ingrid si rimise in piedi e uscì dal nascondiglio che l’aveva custodita per più di un anno.
Non riuscì a spiegarsi nemmeno in seguito perché quella mattina, stordita dal silenzio onnivoro dello sgabuzzino, aveva spinto sicura la porta ricavata nel muro e si era issata sbilenca sulle sue gambe gracili, le articolazioni ancora rannicchiate nel terrore di essere scoperta. La notte precedente, nonostante i muri minacciassero di sbriciolarsi ad ogni scoppio, aveva percepito un nuovo respiro sgusciare da ogni fessura. Forse la morte, forse la vittoria degli Alleati. Una forma di liberazione, comunque.
Incurante di una vertiginosa speranza che si alimentava insensatamente ad ogni passo, scese le scale che scricchiolavano dolenti e aprì la porta.
La luce della primavera più bella del Mondo le esplose in faccia. Berlino fumava di distruzione e nuove bandiere già si agitavano confusamente sulle sue macerie. Melodie sconosciute stanavano dai loro pertugi i sopravvissuti più increduli e Ingrid, ebbra di una triste gioia, iniziò a ballare.

Uno scritto di Angelica Didio nel corso di scrittura Online di Colori Vivaci Magazine

Iscriviti al nuovo Corso di scrittura Online richiedendo di entrare nel gruppo: La scrittura e le colonne sonore 2.0

Image by Jordan Holiday from Pixabay

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*