Non passa giorno che io non mi chieda se sono stato un uomo di merda. Sì, lo sono stato. Però, a onor del vero, se mi guardo intorno vedo anche di peggio. Che poi non sarebbe un’attenuante, ma io te lo devo dire. Non serve, ma lo dico. Anzi ho anche pagato il conto, tutto in anticipo prima dell’aldilà. Là, dove non lo so, ci arrivo pulito, senza debiti, garantito.
Ho distrutto, più che costruito. Ho demolito. Case, matrimonio, rapporti, lavori. Tutto a rotoli, bestemmiando la malasorte e invece la mela marcia è qui, nella testa. Sono scappato quando dovevo restare e viceversa.
Avevi ragione tu. Non guardarmi e soprattutto non piangere, con tutta quella tua grande dignità. Si vede che mi giudichi. Potevi lasciarmi qui nella mia esistenza randagia… no, tu al mio fianco, devota, una madonnina infilzata, a farmi sentire la voragine della vita.
Vai ora! Tieni la maglia. È tua. Sono le tue amate, regolari, strafottute righe. Non sbavano, procedono, vanno al dunque. Mentre io sono spezzato, viaggio a singhiozzo, a spirale. Anzi, se lo vuoi sapere, le righe io le odio.

Uno scritto di Alessandra Cinelli, ispirato a questo dipinto di Hope Gangloff, nel corso di scrittura on line e interattivo Antonella Petrera per Colori Vivaci Magazine.

Iscriviti anche tu al prossimo corso in partenza!

Photo by Cristian Newman

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