My girl (papà ho trovato un amico) è un film del 1991, con protagonista una piccola Anna Chlumsky nei panni di Vera Sultenfuss una ragazzina o bambina di undici anni alle prese con temi più grandi della sua età; condivide i suoi giri in bicicletta con l’amico del cuore Thomas. L’apparato formale del film, che sostiene i temi complessi e che si nutrono di contraddizioni, è un’ambientazione nei primi anni settanta a Madison (Pennsylvania) descritta da una fotografia nitida tipica dei primi periodi degli anni novanta. My girl, film dall’ambientazione sopraffina, parla del delicato periodo dell’infanzia e della prima adolescenza con una lingua delicata; le strade larghe americane, e le case private con il prato antistante, sono il terreno del gioco infantile dei due piccoli protagonisti. Terreno agile per rispondere ai loro desideri, in maniera dinamica, più veloce degli adulti e delle loro barriere mentali. Vera è innamorata del suo professore di scuola, un uomo adulto sulla quarantina, ma non ha mai il coraggio esplicito di dichiararsi al suo prediletto, si limita a tracciare un cuore intorno ad una foto. Quando scopre che il professore ha una compagna reagisce in maniera adeguata alla situazione, senza porre un medium di buon senso e apparenza che possa stemperare i suoi autentici sentimenti. My girl è dunque un film emblematico, ed il titolo stesso ce ne informa: Vera è una giovane adolescente, ma lei vuole già sentirsi donna. Cerca di arrivare subito al punto finale della crescita che è la maturità, provando a mettersi il rossetto o ad atteggiarsi a signorina. My girl contiene in sé molti temi, contraddittori e che possono farlo passare come un film facile, ma così non è; contiene un buon concetto relazionale tra vita e decesso, tra passato e futuro, tra solitudine e amore. Il padre di Vera è il titolare di un’agenzia funebre Sultenfuss, passa le sue giornate combinando azioni normali (come pranzare) e nel frattempo ricevere una chiamata di un incidente stradale con annessa autopsia. Come vediamo il primo relazionale tra vita quotidiana nella sua normalità e decesso. Ma questo relazionale non viene esposto in maniera cupa, anzi è l’ironia leggera che fa da sfondo. Il padre di Vera è scapolo, ha perso la moglie per complicazioni dopo il parto, conduce la sua esistenza in maniera regolare, pur avendo perso la sua antica simpatia. A rompere questa monotonia è una nuova candidata al posto di parrucchiera (Shelley). Tra i due, inizialmente freddi e formali, nasce un rapporto di intesa che li porterà alla decisione di sposarsi, contro il parere di Vera. Vera non sa ancora cosa vuol dire amore e anche quando ha il primo ciclo mestruale non sa come affrontare la cosa. Ecco perché sopra parlavo di bambini che si ritrovano a fronteggiare temi più grandi di loro e non sanno come fronteggiarli. Vera prova anche a capire le basi dell’amore: Il bacio. Bacia il suo amico del cuore Thomas ma subito dopo se ne allontana irretita. Vera è una bambina dai lineamenti adorabili, occhi chiari, pelle chiara, capelli biondi. I tipici tratti del carattere puro ed angelico. A riportare Vera alla realtà dura è un avvenimento inaspettato al suo amico, questi scompare dopo essere stato punto da un numero eccessivo di api. E’ un film sull’infanzia e sulla sua purezza, spesso contaminata dal mondo incomprensibile degli adulti.

Giovanni Sacchitelli

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