L’uomo  sogna  volare, ma ancora più sogna di volare nel tempo. Il mito dell’uomo in volo, a partire da Icaro fino alle macchine di Leonardo Da Vinci, è segno di un’ambizione inestirpabile a mettersi sullo stesso piano di un altro genere di esseri viventi, gli uccelli. Abitanti del mondo delle idee, dell’empireo platonico, ci guardano dalle altitudini con sguardo inespressivo, ma in fondo ci deridono. Non hanno certo i vantaggi di un evoluzione speciale, che ci ha permesso creazioni teoriche astratte, come la filosofia o la matematica, tuttavia sono esseri superiori. Per questo una delle ambizioni più frequenti nell’uomo  è  librare nell’aria, quanti sogni hanno come oggetto il gravitare dolcemente da terra per vincere il senso di realtà che ci schiaccia; chi non ha mai letto l’albatro [Baudelaire, i fiori del male, 1861], metafora della vita poetica, che non le sue grandi ali non riesce a camminare, deriso dai pescatori, oltraggiato dall’home moderne, e su questo vedi anche Il cigno. Volare è scavalcare tutti, porsi al di sopra di tutti, affermare il proprio Io contro coloro che cercano di ancorarci al terreno. Se volare è volizione dell’essere umano, l’uomo moderno, dopo Leonardo, desidera viaggiare nel tempo. Fare questo, volando. Per l’aspetto meramente formale, il viaggio nel tempo avviene spesso con un’apparecchiatura  umana, innovata ed implementata tecnologicamente per sembrare metafisica,  ovvero  del mondo  superiore degli uccelli. Come primo esempio mi viene in mente il celebre capolavoro di Robert Zemeckis, saga in tre episodi divenuto  un cult indiscutibile. Sul senso del temine cult ho più volte insistito come nell’articolo Dalla parte di Fantozzi, e in quello precedente di Big. Il cult è un termine abbastanza vuoto, se ad esempio fosse stato utilizzato negli anni novanta non avrebbe avuto senso perché è proprio in quegli anni che (come per gli anni 80) si andavano condensando  i maggiori capolavori, che soltanto dopo sarebbero divenuti  di culto.  Cult vuol dire una cosa vecchia che per anni non è stata considerata diviene improvvisamente, per un cambio ciclico dei gusti, interessante e cool. Ritorno al futuro ha avuto la medesima  gestazione, tenuto a bada per anni poi diviene cult e tutti, stranamente, conoscono  la vicenda di Marty McFly e Emmet Doc Brown. Ritornando al tema, l’uomo sogna di volare nel tempo tramite una macchina. Il punto  di vista filosofico che qui vado rintracciando è l’unione tra i due mondi, quello sensibile e quello intelligibile, tramite la costruzione di una macchina tecnologica ibrida che unisce due mondi separati: a) mondo umano moderno b) mondo dei volatili. Se pensiamo ad esempio allo sguardo fiero  del falco o al volo perfetto dell’aquila, capiamo il perché l’uomo moderno, inconsapevolmente, brama di abitare quel mondo superiore. In back to the future (1985, 1989, 1990)  avviene l’unione tra i due mondi, mediante la costruzione di un ibrido. La De Lorean, (uscita nel 1981) è una semplice macchina divenuta obsleta che viene potenziata con flusso canalizzatore, un generatore di fusione, un’alimentazione a plutonio generante una reazione nucleare per sviluppare la celebre potenza di 1.21 gigawatt, display lcd per il cambiamento di data, reattori posteriori, alzata da terra, e già gli sportelli, con la loro apertura verticale, ci fa capire il suo paragone a volatile. Il medium tra il mondo sensibile e quello intelligibile (non è un caso se Platone lo immagina in alto, sopra le nostre teste) è la macchina del tempo. Oltre ad essere il gancio tra il mondo degli uccelli e quello dei bipedi terreni, la De Lorean è soprattutto un mezzo per viaggiare nel tempo. Tutto ha inizio con il romanzo di H.G. Wells [The Time Machine, 1895] dove un gentiluomo inglese costruisce una macchina del tempo per approdare ai confini della cività nell’anno 802701, trovando una terra futura abitata da due razze umane in lotta tra loro: Eloi, che abitano la superficie, Morlock, che abitano il sottosuolo e sono sfruttati dai primi, continuando per Time after time (film del 1978)  fino alla saga degli anni ottanta. La macchina del tempo è uno strumento per congiungerci con il mondo, anche esso insensibile, dei desideri. In back to the future 1, Marty McFly deve fare in modo che sua madre si innamori nuovamente di suo padre George, ed invita quest ultimo a conquistare il cuore di lei salvandola dall’agguato di un malintenzionato. In Back to the future 2 l’obiettivo è  impedire che Biff Tannen diventi milionario facendo in modo che non abbia sottomano l’almanacco tramite il quale è diventato ricco. In Back to the future 3  salvare Doc e Clara da una morte certa, il primo per un duello la seconda dalla caduta in un burrone.             

Viaggiare nel tempo per fare quello che avremmo potuto fare o per quello che potremmo fare. Ciò che è stato è fuori dal nostro controllo, per gli avvenimenti al futuro  vale lo stesso ragionamento. Ecco perché la Delorean è medium  tra empirico e trascendente. Qui la filosofia del viaggio nel tempo. Viaggiare nel tempo è impossibile, se non per attimi di secondo, alla velocità della luce; tutto ciò è poco utile. Viaggiare nel tempo è impossibile, come per l’uomo lo è volare.

Giovanni  Sacchitelli                               

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