Il mattino spargeva la sua luce su quel freddo giorno di gennaio, il traffico procedeva lentamente, in processione, come sempre. Quella mattina aveva sperato nel piede giusto, o tutt’al più in un mal di gola, niente di che, una scusa anche banale per non uscire di casa. Planava sui pensieri meccanicamente, ogni tanto ne saltava qualcuno per pigrizia, perché troppo articolato. Fumava quando il suono acuto del clacson lo fece sobbalzare.
“Ma che cazzo fai, ma che hai nel cervello!” dito medio convulso, agitazione. “Cazzo, ma puttana E…”
“Eddai, ebbasta su…ogni mattina la stessa storia e sempre me tiri fuori dal mazzo, ma non lo sai il nome di un santo, San Crispino, Sant’ Ubaldo chennesó.”
“Eva?”
“Si, mi hai chiamata? Sto qua, le altre mattine aleggio, mo’ mi hai rotto! Ma puttana di che? Perché? Per una mela di merda?! Manco mela, frutto! Un generico frutto del cazzo. La curiosità era il problema invece, l’audacia della disobbedienza, che poi è quello che voi uomini ancora non accettate. Per disobbedire ci vuole coraggio caro mio. Co-ra-ggio!”

Uno scritto di Jenny Ventura per il corso di scrittura on line e interattivo Magiche Fantastiche Tasche, condotto da Antonella Petrera

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Photo by Tamara Bellis

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