Era a pezzi. I capelli dritti, gli occhi strabuzzati e due braccia sode e turgide rubate all’agricoltura. Ma quanto le piaceva! E poi c’aveva culo. Tanto culo da mangiare con gli occhi.

Per Giacomo, scapolone di polso e uomo in gamba, i grilli per la testa di Leila erano la cosa più affascinante che avesse mai incontrato. E poi c’aveva le mani di fata Leila. Mani esperte, abilissime a fare tutto e a farlo bene davanti alle quali Giacomo perdeva capo e coda. Le gambe iniziavano a tremare e a sussurrargli ‘’Giacomo, Giacomo, non ti piegare, resisti’’.

Ma aveva grandi orecchie da mercante Giacomo e quando si trattava di Leila lasciava cadere anche quell’ultimo pelo sul cuore che gli restava.

Quella testa fra le nuvole, quell’aria sempre distratta, svagata, fuori dalla realtà quotidiana a Giacomo, testa sulle spalle e grandi piedi di piombo, dava l’acquolina in bocca.

E aveva ancora la bocca sporca di latte Leila, quando gli disse “Vado via” e il volto di Giacomo sbiancò.

Si rimboccò le maniche della camicetta leggera, alzò il gomito, gli mise un dito nella piaga, prese su le borse che da giorni aveva sotto gli occhi, si voltò e uscì.

Andò via così Leila, volteggiando le spalle con un sorriso sulla bocca e il coltello fra i denti, lasciandolo sul sasso a braccia conserte e con l’acqua alla gola.

Photo by Tamara Bellis

Uno scritto di Gianna Crea, nel corso on line e interattivo Magiche Fantastiche Tasche, condotto da Antonella Petrera per Colori Vivaci Magazine

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