Sono incazzato.
Lo sono, anche se dal titolo di questo post potrebbe sembrare il contrario.
Sono incazzato con chi passa tutto il tempo a lamentarsi ma poi, quando si tratta di cercare delle soluzioni, non sa far altro che balbettare stupidaggini inconcludenti e scaricare il barile su qualcun altro. Sono incazzato con chi inventa falsi problemi affinché non si pensi a quelli veri. Sono incazzato con chi trasforma lo sport in un’arma di distrazione di massa, quando potrebbe essere il modo più sano ed economico per nutrire la mente attraverso il corpo, espellere le tossine dello stress e dell’ansia – mens sana in corpore sano, lo sapevano sin dall’antichità – piuttosto che un modo stupido di mettere gli sfruttati uno contro l’altro sotto l’effige di una casacca dai colori diversi.
È proprio per tutti questi motivi, che userò queste righe per cercare la bellezza, piuttosto che lamentarmi dell’orrore che vedo attorno.

“Noi cerchiamo la bellezza ovunque.
E passiamo spesso il tempo così,
senza utilità (quella che piace a voi)
senza utilità (perché non serve a noi)”

Negli ultimi tempi mi sono allontanato dal mondo della tecnologia a tutti i costi e della bulimia da social network. È successo questo: ho perso il mio smartphone (che, comunque, era un modello costato duecento euro più di due anni fa) e, invece che chiedere ai bambini minatori del Congo di scavare un altro po’ a mani nude nel fango per trovare il cobalto necessario a fabbricarne uno nuovo per me, ho formattato quello che avevo comprato cinque anni fa, ci ho installato solo le applicazioni essenziali – quelle che uso davvero, quelle che hanno una reale utilità pratica – ho volutamente evitato l’app di Facebook, e riesco a vivere bene ugualmente da un paio di mesi. La qualità della mia vita non ne ha risentito. I trecento euro che avrei dovuto spendere per un modello più attuale – con il quale avrei continuato a fare più o meno le stesse cose – li ho usati per una settimana in campeggio in riva al mare, in un posto meraviglioso appena fuori dai flussi turistici di massa della mia Puglia. E mi sono risparmiato di dover impiegare quella settimana a lavorare per guadagnarli, dedicandomi a me stesso.

No: non cerco un premio per il mio atteggiamento intransigente e vagamente pedante, tento solo di suggerirvi che esiste un’altra via. Se impiegate tutto il tempo libero per indignarvi su Facebook, condividendo dei post che non avete neanche letto, in realtà starete facendo il gioco di coloro che hanno creato e cercano di mantenere in piedi il sistema che vi fa tanto incazzare. Se credete a chi vi dice che le navi cariche di esseri umani che fuggono da realtà che neanche conoscete sono il problema più pressante del nostro paese – se lo fate perché passate gran parte del vostro tempo a svolgere lavori che non vi piacciono e potervi permettere l’ultimo modello di Smart TV, e non ve ne fate avanzare per leggere, parlare con la gente, approfondire gli argomenti che vi fanno salire il sangue agli occhi, osservarli da diversi punti di vista – favorirete il sistema messo in piedi da chi ha tutto l’interesse a far sì che le cose non cambino, che i paesi del terzo mondo seguitino ad essere sfruttati e non riescano mai a migliorare le condizioni di vita a casa loro.

Cerchiamo la bellezza. Il mondo ne è pieno, nonostante tutto. Lo sono persino i social network, pensate un po’, perché questi ultimi altro non sono che lo specchio amplificato della realtà.
Inventiamoci noi stessi il modo di essere felici, non accontentiamoci di quello che ci suggeriscono le offerte, le telefonate dei call center, le inserzioni su Facebook.
A me piace leggere, scrivere, ascoltare musica, fotografare, fare sport e fare attività manuali: quest’anno ho imparato a coltivare la terra e realizzare mobili con materiali di scarto, per dirne una. Ho sottratto tempo al lavoro, per questo, ma non ho dovuto spendere soldi per l’olio – e, anzi, ne ho anche venduto molto di quello che ho prodotto dai miei alberi – e ho risparmiato sull’arredamento.
Il denaro risparmiato non è forse anch’esso denaro guadagnato?
Con questo non voglio dire che i miei modi di star meglio e di coltivare me stesso siano migliori dei vostri – non mi permetterei mai – bensì voglio esortarvi a cercare quelli che fanno per voi. E magari a condividerli, perché no: qualcun altro potrebbe scoprire di trarne beneficio.

Creiamo una rete della bellezza, smagliamo quella dello squallore imposto.

Manlio Ranieri

Licenza Creative Commons
Cerchiamo la bellezza, ovunque di Manlio Ranieri è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

Total
16
Shares

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*
*