Al minuto 4.43 di questo video David Bowie mi presenta Aretha Franklin, lo fa bevendo latte, nel retro di una limousine che attraversa Los Angeles, nel momento più buio della sua vita fatto di tanta cocaina, pochissima carne attorno alle ossa, pochissimo amore vero, intense letture di libri di magia nera e una dieta a base di peperoni e, appunto, tanto latte. Quando vedo questo documentario registrato su una VHS e ricevuto per posta ordinaria da qualche veterano del fan club italiano ufficiale che si è preso a cuore il mio caso precocemente grave, io ho 14 anni e nessuna idea di chi sia Aretha Franklin ma di un documentario che racconta una serie di diverse forme di infelicità questo momento mi sembra nascondere una forma di purezza, è il primo istante non sporco che scorgo tra le immagini. Mi piace che David Bowie canti “you make me feel like a natural woman” come se fosse lui stesso a sentirsi così, come se lui, maschio, si sentisse esattamente, solo per un momento una natural woman, riuscendo a restituire, canticchiando, il senso universale più trasparente di questa frase, di questo titolo. Sono corsa a comprare un disco di Aretha Franklin che contenesse questo pezzo, poi l’ho ascoltata tanto, meno di altre, meno di molte cose meno importanti e meno belle. Ogni tanto anche io, senza latte, senza cocaina e senza Aleister Crowley sul comodino ho proprio questo slancio a cantare a casaccio, in segreto “you make me feel, oh, you make me feel, you make me feel like a natural woman” – scandito bene, come dire: senti come te lo dico chiaramente, come mi fai sentire – e mi scopro, come lui, nel farlo, improvvisamente sorridente nel niente.

scritto da Giulia Cavaliere

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