E duole, il mio polmone bruciato
duole dell’aria che s’incunea, fra un singhiozzo e l’altro
lui che di aria non ne vorrebbe più
che vorrebbe lasciarsi andare, pregno come una spugna sott’acqua
mentre, invece, la primavera bussa alle porte con la sua lista fitta fitta di cose da fare
di occhiali da sole
di pelle e sudore.

Come potrò reggere il peso di tanta bellezza
con un braccio rotto, i bronchi sfilacciati e tutto questo veleno iniettato nel sangue?
È in agguato la sindrome di Stendhal
forse
della musica nell’aria
di notti al rhum
e di quel sangue limpido
che macchiava d’amore e non di dolore.

Perché rimanete tutti all’addiaccio?
Perché non fate breccia in questa casa di ronde e di sbarre?
Non vi ho forse invitati?
Forse si sta meglio là fuori.
Come darvi torto.

Testo e fotografia di Manlio Ranieri
Licenza Creative Commons
La sindrome di Stendhal di Manlio Ranieri è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

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