Chiaro di luna

La vostra anima è un paesaggio squisito
che maschere e bergamasche ammaliano
suonando il liuto e danzando e quasi
tristi nei fantasiosi travestimenti.

Pur cantando in tono minore
l’amor vincitore e la buona sorte,
alla felicità non sembran proprio credere
e si fonde il loro canto col chiaro di luna,

col calmo chiaro di luna triste e bello
che negli alberi fa sognare gli uccelli
e singhiozzare d’estasi gli zampilli,
gli zampilli alti e svelti tra i marmi.

 

Pantomima

Pierrot che non ha niente d’un Clitandro
si vuota un fiasco senza più attendere
e, pratico, prende a morsi un pasticcio.

Cassandro, in fondo al viale,
versa una lacrima misconosciuta
per il nipote diseredato.

Quel ribaldo di Arlecchino combina
il rapimento di Colombina
e si fa quattro piroette.

Colombina sogna, sorpresa
di sentire un cuore nella brezza
e di udire delle voci nel suo cuore

 

Il viale

Truccata e dipinta come al tempo degli àrcadi,
fragile tra i nodi enormi dei suoi nastri,
eccola passare sotto gli ombrosi rami, nel viale
dove verdeggia il muschio sulle vecchie panche,
con mille moine e mille vezzi
riservati di solito alle amate cocorite.
È azzurra la lunga veste a strascico, e il ventaglio
che sgualcisce tra le dita sottili dai larghi anelli
è rallegrato da soggetti erotici, così vaghi
che lei sorride, fantasticando, a più di un dettaglio.
– Bionda, insomma. Naso grazioso e bocca
incarnatina, grassa e divina d’orgoglio
inconsapevole. – Del resto, più fine di quel nèo
che ravviva il bagliore un po’ ingenuo dell’occhio.

 

La passeggiata

Il cielo così pallido e gli alberi così gracili
sembran sorridere ai nostri abiti chiari
che ondeggiano leggeri
con noncuranza e movimenti d’ali.

E il vento dolce increspa l’umile vasca
e la luce del sole attenuata
dall’ombra dei bassi tigli del viale
ci giunge azzurra, non a caso morente.

Squisiti seduttori e civette incantevoli,
teneri cuori, ma liberi dal giuramento,
noi conversiamo deliziosamente
e gli amanti stuzzicano le amanti,

la cui mano impercettibile talvolta
sa dare uno schiaffo, ricambiato
da un bacio sull’ultima falange
del mignolo, e poiché la cosa è

immensamente impertinente, selvaggia,
si è puniti da uno sguardo molto duro
che contrasta, del resto,
con la smorfia assai clemente della bocca.

 

Le conchiglie

Ogni conchiglia incrostata
nella grotta dove ci amammo
ha la sua specialità.

Una ha la porpora delle nostre anime
rapita al sangue dei nostri cuori
quando io ardo e tu t’infiammi;

un’altra ostenta i tuoi languori
e i tuoi pallori quando, stanca,
ce l’hai coi miei sguardi beffardi;

quest’altra imita la grazia
del tuo orecchio, e quella
la tua rosea nuca, corta e grassa;

ma una, tra tante, mi turbò.

Paul Verlaine, da  Feste galanti , 1869

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