E’ opinione universalmente condivisa che la perfezione sia la condizione auspicabile per uscire vittorioso da questo percorso ad ostacoli comunemente chiamato vita.

Mi guardo perplessa intorno e pare che la ricerca della felicità abbia lasciato il posto alla ricerca della perfezione.

Tutto tende ad essa, si ha senso solo se perfetti.

Esistono strumenti che riescono a rendere perfetto ciò che in natura non lo è:

Filtri che perfezionano le immagini

Trucchi che perfezionano la pelle

Realtà virtuali che perfezionano l’esistenza.

Sorrisi di plastica fanno capolino da vite inquadrate dentro scatole di plexiglass.

C’è chi riesce a stirare capelli che rimangono immobili anche in mezzo alla tempesta, chi riesce ad accostare i colori con una rigidità cromatica degna di una strategia bellica.

Polpacci di ferro capaci di non cedere dopo ore sui tacchi e facce di bronzo capaci di non scalfirsi dopo anni sul piedistallo.

Sarà colpa dei miei ricci ma in me nulla riesce a rimanere fermo, neanche i pensieri,  anzi soprattutto quelli.

Noi comuni mortali sudiamo sugli autobus, perdiamo i treni, arriviamo sempre in ritardo, inciampiamo per strada e ai saldi non troviamo mai la taglia giusta.

No la perfezione non ci appartiene.

I capelli troppo scompigliati, il naso troppo lungo, la matita per gli occhi sempre sbavata, la borsa troppo piena e puoi scavarci dentro per ore, non troverai ciò che cerchi.

Arriviamo sempre troppo presto o troppo tardi all’appuntamento con le occasioni.

Ci nutriamo di fraintendimenti e appena svegli laviamo il viso con ansia e sapone.

Riusciamo a perderci anche lungo strade già battute e imbocchiamo vicoli ciechi, convinti che prima o poi riusciranno a vedere.

I chiodi fissi ci appartengono ma dritti come chiodi non riusciamo a stare.

Liquido è il trucco sul nostro viso come liquidi i sentimenti che proviamo e le certezze  che si sciolgono al calore dei nostri dubbi.

Sarà colpa dei miei ricci che scompigliano i pensieri ma che meraviglia è la certezza dell’imperfezione.

Nicla Gadaleta

immagine di Roger Olmos

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