E’ un assolato mattino di maggio e oggi intervisto un artista, che per me ha sempre contato tanto.

Ciao, Stefano, ho in mente domande su cose che interessano a me e che sono legate al mio percorso di vita.

Bhè, se partiamo così, partiamo alla grande, è il punto di vista che mi interessa.

Comincio da un verso di una canzone del brano “Signora”. “E’ vero mi ha sempre fatto schifo la verità”. Che cos’è per te il sogno e quanto è collegato al nostro vero io?

Il sogno è questa realtà ci facciamo. Esistono due tipi di sogni, quelli che facciamo di notte e i sogni che facciamo di giorno, ad occhi aperti.

Comincio a pensare che questo sogno che sto facendo ad occhi aperti da 53 anni finirà ed io non ricorderò nulla. Quello a cui dovremmo badare è avere una mente, una coscienza spirituale.

Il nostro ego si ingigantisce di continuo ed è uno sbattimento inutile, ci depista, ci illude, ci fa apparire importanti cose che non lo sono.

“Benedicimi” è il titolo di una canzone. Cosa intendi con “Benedicimi”?

“Prendimi”, “comprendimi”, che in realtà sono delle sovrastrutture, sono parole che mi arrivano perché mi emozionano.

Vuol dire risvegliarsi dal sonno, è una corda lanciata ad un naufrago. Per quanto possa essere bravo se sono in mare aperto, ho bisogno di una corda lanciata, questa è una benedizione, c’è qualcuno che ti salva.

Quanto contribuiscono i rapporti a costruire la rete del senso della vita?

A furia di stare con certe persone diventi come loro, ecco perché è importante scegliere con chi vogliamo stare, con chi vogliamo trascorrere il nostro tempo.

Dello “sbaglio” o della fortuna di venire al mondo non sono responsabili i nostri genitori. Ogni volta che rinasci vieni fuori da questo sogno incubo che è la realtà.

Che cos’è allora il perdono, quanto è importante?

Quello che ti hanno fatto, quello che ti hanno detto, in qualche modo te lo meriti, occorre capire che il modo in cui sei stato trattato ti deve far reagire. Occorre staccarsi dal nostro debito carnico.

Forse ti han fatto del male, ma non sempre, non ha sempre piovuto, ci sono state anche belle giornate. C’è gente che per tutta la vita recrimina le stesse cose, è un lavoro inutile, che si ingigantisce e fa perdere di vista ciò davvero ci interessa.

Chi sono i tuoi maestri?

A vent’anni ho conosciuto Hare Krishna e il suo fondatore A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Tutti pensiamo di avere la verità in tasca ma non è così, solo Dio è la verità. Gli adulti (idioti) della società vogliono inculcarci modelli assolutamente fuori dai nostri desideri e bisogni.

Da ragazzino ho vissuto attivamente la politica, erano gli anni del terrorismo. Domande profonde scaturivano da quei movimenti. Nel corso del tempo ho realizzato che abbiamo costruito una società talmente idiota, la gente ha bisogno di elevarsi.

E’ la voglia di comunicare, di esprimere te stesso che ti porta a scrivere canzoni?

Scrivo canzoni perché ho una piccola dote, è giusto che io faccia questo.

Mi viene naturale.

Intervista a cura di Annalisa Falcicchio

Fotografia di Annalisa Falcicchio

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