Prima lezione: CHE COSE’ L’ARTE?

“L’arte è ciò che tutti sanno che cosa sia” (15), ma il filosofo ha domande e risposte sull’arte di “maggiore intensità”, pur se sempre limitato dal suo momento storico e senza la pretesa di poter dare una risposta definitiva.

Ogni filosofo supera le posizioni precedenti, le coglie come inadeguate, ma non false, la casa nuova mantiene la casa antica e una teoria vera germoglia sempre da una erronea, tanto che la verità si afferma in un processo di lotta.

“L’arte è visione è intuizione” (22), ciò nega alcune concezioni false dell’arte, precisamente quattro.

  1. L’arte non è un fatto fisico

Non ci sono canoni della bellezza dei corpi (Rinascimento), né rapporti geometrici da rispettare (greci) per avere un’opera d’arte.

Il mondo fisico non è reale (i principi della fisica si sottraggono all’esperienza), i fatti fisici sono costruzioni del nostro intelletto), mentre l’arte lo è sommamente.

  1. L’arte non può essere un fatto utilitario

Non c’entrano l’utile, il piacere, il dolore.

Un quadro brutto può anche darci piacere se ci fa riemergere dolci ricordi e viceversa.

Eppure si parla ancora di un arte che dà piacere nell’Estetica edonistica.

Il piacere può derivare solo dal fatto che l’estetica è un’attività spirituale e dà piacere come lo danno tutte le attività spirituali.

  1. L’arte non è un fatto morale

L’intuizione è un atto teoretico e non può avere riferimenti con l’ambito della pratica.

L’immagine è immagine, è al di là della morale, non nasce per opera di volontà.

Perciò l’arte non deve indirizzare al bene, non deve migliorare i costumi, benché ciò sua stato molto sostenuto specie in letteratura (Dante, Tasso, Parini, Alfieri, Manzoni, Mazzini).

  1. L’arte non ha carattere di conoscenza concettuale

L’intuizione non distingue tra realtà e irrealtà, non ha senso domandarsi se ciò che l’artista ha espresso sia vero o falso.

L’arte va poi distinta dal mito, il mito richiede la fede, e l’artista semplicemente produce un’immagine, “poesia e matematica sembrano così poco d’accordo come il fuoco e l’acqua” (33).

Eppure la scienza estetica tenta di spiegare l’arte come filosofia, religione, storia, scienza.

Schelling ed Hegel confondevano arte e religione con la filosofia.

L’intuizione

L’intuizione non è un semplice immaginare, produce le immagini, ma non in una forma incoerente.

L’intuizione è vera perché rappresenta sempre un sentimento, si deve superare la distinzione tra classicisti e romantici e le loro polemiche, ed è sempre una intuizione lirica.

Seconda lezione: PREGIUDIZI INTORNO ALL’ARTE

  1. Distinzione tra contenuto e forma

Nell’800 ci fu addirittura una distinzione tra Estetica del contenuto (conta ciò che si dice) e Estetica della forma (conta il modo in cui si dice: armonia, simmetria etc.).

La conseguenza qui è i filosofi si fanno volgo (cioè non conta il come si esprimono) e il volgo si crede filosofo.

Così contenuto e forma devono distinguersi, “ma non possono separatamente qualificarsi come artistici” perché l’arte è sintesi di sentimento e immagine nell’intuizione, il sentimento senza l’immagine è cieco, l’immagine senza il sentimento è vuota” (53).

Se li stacchiamo immagine e sentimento non possono esistere da soli.

Perciò il contenuto è formato e la forma è riempiti dal contenuto, o il sentimento è figurato e la figura è sentita.

È questo ciò che De Sanctis chiamava Estetica della forma.

Il sentimento è un guardare il contenuto sub specie volitionis, mentre il pensiero è considerare il contenuto sub specie cogitationis e gli enti matematici sub specie abstractionis e le volontà sub specie volitionis.

  1. Distacco tra intuizione e espressione, cioè tra l’immagine e la traduzione fisica dell’immagine.

Ciò che conosciamo sono sempre intuizioni espresse, come un pensiero è sempre formulato in parole, la poesia ha bisogno di metro, ritmo e parole.

Sono i fisici dell’estetica che fanno erroneamente ciò mettendo in risalto gli atti pratici, concreti fatti dall’artista.

Invece un gran poeta fa bene i suoi versi, un gran pittore fa bene la mescolanza dei colori, non esiste un gran pittore con grandi intuizioni e incapace con i colori e viceversa.

È questa attenzione alle cose fisiche che ha portato a parlare anche di bello di natura.

Croce accetta che delle cose già fatte in natura possano essere adatte ad esprimere l’intuizione di un’artista, pur tuttavia questa è arte minore.

3. Distinzione “della espressione estetica strettamente considerata o proprietà e della bellezza dell’espressione o ornato” (61)

Come se vi fossero espressioni nude e espressioni ornate.

È questo invece che afferma la Rettorica per la quale il parlare ornato vale più del nudo, mentre invece una espressione se è propria è sempre una espressione bella, espressione e bellezza vanno insieme come un unico concetto.

Il linguaggio del resero non è solo logica, ma è anche metafora, poesia, se l’arte è intuizione e l’intuizione è espressione, allora il linguaggio è arte.

Così ogni uomo è poeta perché esprime impressioni e sentimenti, solo così la poesia può essere capita.

Dunque Estetica e filosofia del linguaggio, coincidono.

  1. Distinzione tra forme particolari di arte

Croce non accetta la distinzione tra generi letterari, tra forme di arte (poesia, pittura, scultura, etc.), ciò genera altre false questioni, tipo quella di quale sia l’arte più alta.

Invece ogni opera va amata in sé per ciò che essa è, e comunque le intuizioni sono infinite e non possono essere rigidamente catalogate in classi di generi artistici.

La divisione delle arti è così solo utile per favorire l’attenzione, la memoria, la conoscenza.

Inoltre ” tutte le opere d’arte sono organicamente connesse come tappe successive e necessarie dello svolgimento dello spirito, note ciascuna dell’eterno poema, che armonizza in sé tutti i singoli poema” (74)

Terza lezione: IL POSTO DELL’ARTE NELLO SPIRITO E NELLA SOCIETA’ UMANA

Le discussioni sulla dipendenza dell’arte da altre discipline (politica, morale etc.) non ha senso, l’arte è indipendente da esse, il suo principio non dipende da un’altra attività.

L’arte è spiritualità e come tale si distingue dal mondo fisico, l’arte è intuizione e perciò si distingue dall’attività pratica, morale e concettuale.

Tuttavia c’è anche una forma di dipendenza, ma una dipendenza che garantisce l’indipendenza.

Le varie attività spirituali vanno infatti considerate in un reciproco rapporto di condizione e di condizionato, in un processo nel quale, l’ultimo viene ad essere poi condizione del primo, dato che un incondizionato non si trova.

Si costituisce così la figura del circolo.

Croce attacca quei pensatori che hanno poi confuso immagine e percezione, per cui l’arte diventa ritratto, imitazione della natura, come se la percezione sia solo una immagine colta con i sensi.

Invece la percezione è un giudizio, sintesi dell’immagine (o rappresentazione) e delle categorie mentali, mentre l’immagine è, a sua volta, la sintesi di sentimento e fantasia (ciò che avviene nell’intuizione).

Rappresentazione e categorie formano una unità inscindibile.

Accanto a tale sintesi estetica, vi sono anche la sintesi logica e la sintesi pratica.

Il sapere scientifico, infatti, non solo dà la soddisfazione della conoscenza, ma anche spinge all’azione, all’attività pratica che è così esigenza, non degradazione, della teoria.

La circolarità necessaria di queste sintesi fa sì che “concetto, tipo, numero, misura, moralità, utile, piacere e dolore sono nell’arte in quanto arte o come antecedenti o come conseguenti” (87).

Tuttavia resta il fatto che “l’artista è sempre moralmente incolpevole e filosoficamente incensurabile” (87).

Il concetto di circolarità aiuta anche a superare la distinzione tra prosa e poesia, come se arte fosse solo la seconda perché esprime l’immagine (mentre la prima esprime il concetto).

Così è arte anche quella di chi ha scritto la Metafisica o la Summa teologica, o di chi ha scritto la guerra del Peloponneso.

La scienza appartiene allora alla storia della letteratura, certo a modo suo.

Data la circolarità non può accadere che in nome di una forma dello spirito se ne neghi un’altra, non si può così rifiutare l’arte in nome del concetto, ad esempio!

Questa circolarità non è, infine, il noioso ripetersi dello stesso, ma l’ultimo che diventa primo non è il primo di prima, è arricchito, così l’idea del circolo rappresenta l’idea filosofica del progresso, nel coircolo deve risolversi in un qualcosa du superiore (Dio, l’Assoluto, lo Spirito etc.), perché è assoluto lui stesso.

E se anche i momenti ideali sembrano dividersi (il filosofo, lo scienziato, il politico, l’economista etc. e le loro rispettive discipline), ciò non è dato.

Benedetto Croce

Breviario di Estetica (1912)

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