Dietro “Me and Bobby McGee” si intrecciano più personaggi. Primo fra tutti Kris Kristofferson, legato a Janis Joplin dal 1969, il cantante  e attore si ritrovò un po’ per caso a disegnare i profili di questi due amanti in giro per l’America e destinati, ad un certo punto, a separarsi. Una notte Fred Foster – produttore e fondatore della “Monument Records” – gli raccontò per telefono di aver pensato al titolo per una canzone: “Me and Bobby McKee” e che Bobby fosse una lei. A quel punto Kristofferson gli rispose che non aveva mai scritto nulla su commissione ma che ci avrebbe provato e pensò anche, che la McKee in questione fosse la segretaria di un certo Boudleaux Bryant che lavorava nello stesso edificio di Foster.

La stesura del pezzo non fu troppo complicata, la melodia fu composta grazie all’ispirazione avuta da “Why you been so long?”: “C’era una canzone di Mickey Newbury, che mi passò per la mente e aveva un ritmo che mi piaceva molto – ha raccontato Kristofferson – quindi ho iniziato a cantare seguendo quel ritmo”.

Il resto invece, derivò da una sorta di visione felliniana: “Per qualche ragione ho pensato a La strada di Fellini. C’è una scena in cui Antony Quinn va in giro su una moto e Giulietta Masina suona il trombone. Lui ad un certo punto non può più soffrirla e quindi la abbandona sul ciglio della strada mentre dorme. Più avanti incontra una ragazza che sta cantando la stessa melodia che Masina suonava col trombone, a quel punto le chiede spiegazioni ma la ragazza spiega che sulla sconosciuta musicista, nessuno sapeva niente a parte il fatto che fosse morta. Quella notte Quinn ubriaco fino al midollo, fa a botte in un bar e poi finisce sulla spiaggia ad ululare verso le stelle. Tutta questa storia è finita in Bobby Mcgee – conclude il cantante – ed il taglio netto tra lui e la ragazza che gli ha regalato una sensazione di libertà lo ha poi distrutto”. Ed è questo il verso ricorrente, ‘Freedom’s just another name for nothing left to lose’.

Una prima versione del pezzo, fu interpretata da Roger Miller nel 1970 ma il successo arrivò con Janis Joplin. Il brano fu inserito nell’album “Pearl”, pubblicato postumo nel 1971 che scalò in breve tempo tutte le classifiche americane. La Joplin modificò alcune parti del testo e con lei Bobby diventò un lui. L’uomo col quale aveva idealmente viaggiato dalla Louisiana alla California in autostop e che aveva abbandonato vicino Salinas mentre cercava una casa. “Cambierei tutti i miei domani per un solo ieri”, canta la sua voce graffiata e malinconica, nella consapevolezza che la libertà è una parola vuota senza l’amore.

“La prima volta che ho ascoltato la versione di Janis è stato proprio poco tempo dopo la sua morte. – la Joplin aveva “rubato” e reinterpretato la canzone pochi giorni prima di morire ndr – il suo produttore Paul Rothchild, mi chiese di passare dal suo ufficio per ascoltare una cosa che aveva trovato. Dopo, ho girato tutta Los Angeles in lacrime, non potevo ascoltare la canzone senza che mi si spezzasse il cuore”.

Il racconto malinconico di Kris Kristofferson finisce qui e così anche il nostro.

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