Opera vincitrice del Primo Premio Assoluto (ex aequo), sezione Corti della Realtà ediz. 2014.

Durante la 2° Guerra Mondiale i bombardieri inglesi e americani che sorvolavano il Nord Italia vedevano sotto di loro un’enorme macchia bianca e capivano che stavano volando sopra Casale Monferrato, ribattezzato “La Città Bianca”. I tetti delle case, infatti, erano tinti di bianco dalla polvere d’amianto che fuoriusciva dallo stabilimento che la Eternit aveva aperto nel 1916. Durante l’attività della fabbrica un’enorme quantità di polvere d’amianto è stata dispersa nell’atmosfera dalle ciminiere sprovviste di filtri, contaminando i paesi e le campagne circostanti. Benché fosse noto che l’amianto fosse cancerogeno, l’Eternit ha continuato a produrlo fino al 1986, tenendo i lavoratori all’oscuro dei rischi. Più di 1600 persone sono morte a Casale per patologie legate all’amianto, tra operai e semplici cittadini. Il 3 giugno 2013 si è concluso il più grande processo ambientale d’Europa con la condanna del magnate svizzero Stephan Schmidheiny a 18 anni di reclusione. Ancora oggi a Casale si registrano circa 50 nuovi casi di mesotelioma all’anno.

Il documentario La città bianca del fotografo di Contrasto Tommaso Ausili ha vinto il premio L’anello debole 2014 assegnato dalla comunità di Capodarco nella sezione Corti della realtà.

Premiati anche altri cinque documentari dedicati alla disoccupazione, all’inquinamento, al carcere, al G8 di Genova e alla crisi economica.

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