La memoria dello sguardo
Mostra di disegni, oggetti e foto.
Con il patrocinio del Comune di Molfetta
11 Aprile- 25 Aprile
L’idea della mostra nasce dalla scomposizione di una casa che per circa sessant’anni ha visto alternarsi storie di ordinaria quotidianità, costruite dalla rivisitazione costante di antiche radici. Mettere mano nella raccolta ossessiva di oggetti, frammenti, stampe, giornali e tanto altro ancora, ha dato la spinta ad intraprendere un viaggio nella memoria; laddove sensazioni e percezioni, da fotogrammi impressionati nella mente pian piano danno vita e fermento al presente al fine di custodire una memoria futura.
In Vivere per raccontarla G.G. Marquez scrive ” la vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”.
La composizione della mostra si snoda a partire dalle foto di famiglia, il periodo della seconda guerra mondiale, il sogno del cambiamento, la ricostruzione, l’amore per l’arte e la continua sperimentazione.
La mostra dunque, desidera, selezionando alcuni dei materiali più significativi, accompagnare il visitatore nei ricordi di un lasso temporale ampio (anni 30-anni 90) e scoprire come l’esperienza del conservare, curare e rielaborare, permetta a ciascuno di noi, fertili sviluppi del Sè.
Dino Mezzina, 1922-1998
nato a Molfetta nel 1922, iscritto all’Accademia delle Belle Arti di Venezia nel 1940. Chiamato alle armi nell’ultimo conflitto mondiale, partecipa attivamente per poi tornare e collaborare con l’Acquedotto pugliese, di cui fu disegnatore.
Alcune passeggiate domenicali con un gruppo di amici, gli permisero nel 1967 insieme a N. Cascarano, D. Spaccavento, M. Carnicella, F. Sinisi, di fondare il Fotoclub, capace di motivare, un insieme di fotoamatori, verso la ricerca sperimentale con tecniche e strumenti originali che hanno così costituito una documentazione fotografica ricchissima e per certi versi innovativa.
Alla fine degli anni ‘80, un problema alla retina costrinse Dino a limitare le sue capacità visive , ma non gli impedì di continuare, proprio grazie alla sua fitta memoria, di disegnare, dipingere e persino fotografare. Impresso nella mente è il forte messaggio che il talento sa superare gli ostacoli fisici, così come Dino riuscì ad insegnare a dipingere figure complesse con occhi chiusi ma animo aperto.
Ha partecipato a vari concorsi fotografici regionali e nazionali riscuotendo attestati e premi.
Autore della copertina del libro “Il socialismo bipolare” della casa editrice Italia di firenze,
Ha documentato con foto il libro “Cento anni di emigrazione pugliese” di O. Panunzio.
Ha in passato esposto le sue opere nella mostra:
“Puglia ieri e oggi, scorci della puglia in foto e immagini “Luglio 1975, recensita da Michele Campione.
Lo stesso Michele Campione scrive: “la sensibilità di Mezzina è diventata più sofisticata anche sul piano tecnico: dalla fotografia pura e semplice si è passati alle serigrafie, alle foto bruciate nel viluppo dei neri e dei bianchi sino ad ottenerne effetti di tipo astratto. La fotografia non esiste quasi più. Siamo alla composizione inedita, singolare, irripetibile.”