L’ha vista passarle accanto, come un’onda indifferente lungo un relitto…nel bel mezzo di un oceano qualunque, è venerdì: qualcuno fa la spesa. Vagabonda casalinga che conosce a memoria: al supermercato comprerà carne rossa e birra da 66. Lunghissimi capelli amaranto sotto il cappello scuro e quella pelle di maiolica: bellezza vagamente balcanica, familiare, morbida…panni stesi in autunno e profumo di marsiglia. I pugni della memoria sullo sterno come macigni: eppure lei è sembrata così lontana a pochi metri dall’omero sinstro. Non sa sentirsi in colpa per ciò che le ha negato…eppure la ferisce quella distanza: aghi e ragnatele sotto l’epidermide. Dopo tutto questo tempo riesce così naturale guardarsi con la coda dell’occhio. Eppure quella piccola Venere un tempo dormiva nel suo letto con i pugni sulle guance. La dolcezza del ricordo è un ossimoro: come il suo odio, adesso. Avrebbe voluto chiederle se è felice, solo questo. Ma lei non sarebbe stata sincera, in ogni caso. E così nella penombra viziosa della sua stanza pensa in moviola al passato, alle parole, ai racconti, al profilo della donna ora fumoso, come l’umida e fredda foschia della sera. Potesse sorvolare, senza versare oboli torrenziali di pensiero, per lei, per tutto. E invece l’incrociarsi per strada scuce errori e mancanze, l’ arenaria fine del suo deserto. Neanche ricorda il giorno e l’ora: i numeri non sono mai stati il suo forte. Eppure è così vivido il teatro barbaro della sua mente da riportare in vita le stesse emozioni d’allora…e quel fare l’amore improvviso, anche in cucina o per strada. Frammenti di lei tra le ogive della mente: la curva del seno, le labbra bagnate e quelle cosce schiuse attorno al collo… Poi il dubbio, i suoi occhi tristi e la rabbia che le ha deciso, forse giustamente, per tutte le altalene del sentire. Eppure lei era là quando combatteva con i rasoi e i morsi della malattia. Non l’aveva lasciata per quel mostro che le sfigurava il volto. Vorrebbe ringraziarla, dirle che non le ha mai mentito. Ma forse la cosa più giusta è stata chinare il capo.

Lei lo sa, l’ha sempre saputo.

Delia Cardinale

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