Avrei voluto accarezzarti i capelli, nottetempo…e raccontarti la mia giornata o di quando ero bambina e vedevo il mondo a rovescio…leggerti una poesia, guardare un film che amo e che so avresti criticato, perché sei fatta così: ti piace il disaccordo. Avremmo fatto l’amore e tu non avresti neanche avuto la forza di parlare- dici un sacco di stronzate, alle volte- sfinita sul mio letto mentre tu fumo in faccia. Niente lacci o doveri, ruoli, etichette: tutto questo inorridisce più me che te, ma non ti è mai importato. Personalità oblativa assuefatta ad un’ars amatoria senza esito: ti piace piacere ma sai di deludere. Temi i ladri di cuori…non si accorgano che non c’è poi un granchè da rubare: è così, lo sai…non sai dare nè ricevere: un po’ come me ma tu sei più snob ed egoista, anche se a volte sbagli la consecutio temporum e dimentichi le cose. Sono l’ennesimo moscerino nella tua ragnatela, ma ho un macete: è pura vanità il mio desiderarti eppure so che ti avrei voluto bene, se solo me l’avessi permesso. Mi hai giudicata senza sapere niente, io ancora non riesco a dire se mi piaci o mi disgusti: ho bisogno di riscaldarmi o ustionarmi per capire l’essenza del fuoco, per questo ho milioni di cicatrici. Un giorno ti sbatterò contro il primo muro per farti tacere, con tutta la violenza possibile. Devi stare zitta…e ascoltare. Ascolta cazzo! Senti tutti gli altri intorno. Senti che, nonostante tutto, ho ancora voglia di abbracciarti. Ma per l’ennesima volta farai di testa tua e io ti guarderò facendo lo stesso: due perfette solitudini. Potremmo essere amiche, amanti, sorelle…ma tu non vedi e io non so chiedere. Mi mandi via così ed io, educatamente, esco dalla tua porta senza voltarti le spalle. Un giorno sarò una persona migliore e ti salverò la vita.

Delia Cardinale

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