Spilli di pioggia sui vetri…pois d’opali riflessi sulla madreperla del suo viso, negli occhi una risacca trasparente : liquido cristallo sfumato di grigio e azzurro…eppure omogeneo ad una certa distanza, come una sorgente montana che sgorga da rocce d’avorio…la notte stuprata dal neon di un vecchio portone..rifratto da tutte le gocce d’acqua: lacrime sull’epidermide e fili di luce fioca… perdersi tra le parole per celare un’atavica ritrosia ai lacci…cavallo selvaggio che non si lascia domare dai finimenti…percependo ogni sostantivo domestico come una feroce gabbia da distruggere… e non so come l’idea astratta di una libertà oltre-umana mi sia entrata in circolo: sangue rovente da dialisi…scostarle i lunghi capelli amaranto dal viso, con profonda tenerezza e poi dirle di tutte le altalene scoordinate che mi abitano dentro… raccontarle di quanto amore mi è stato dato e di come sono stata in grado di ferirmi ferendo…istinto assassino del cuculo che si lascia nutrire da madri altrui, uccidendo i suoi fratelli… e vorrei avere altre nobiltà, smettere di usare anestetici e palliativi solo per frenare la corsa dei pensieri: non c’è un traguardo nè un trofeo da alzare al cielo..eppure forsennata la mente spasima per abbracciare ogni direzione..prevede e presume, crea e cancella, divora e respinge, tutto in teoria… e lei ha comprato un tir di raziocinio, mentre io resto sul mio motorino capriccioso sperando di venderlo, prima o poi… le mie esperienze come ferite mai cicatrizzate e una pazzia da gestire…così fragile il suo essere ed io una specie di minaccia…come posso dare se le mie mani sono vuote? Esiste davvero qualcuno che nel nulla riesce a vedere la potenzialità del tutto o anche solo un atomo infinitesimale? La mia vecchiaia è assurda: cinismo, ironia e malafede…come un veterano che ha perso la guerra… lei no, è in espansione…ha pure i suoi mostri da accecare, ma una purezza quasi oscena per i miei occhi paludosi… tutti questi eccessi da pseudo-scrittore avvizzito dentro, per questo avido di ogni emozione che gli eccita l’estro, per questo egoista…sul fondo di un bicchiere qualunque il riflesso impietoso di un volto esausto…tossico di vita e novità e gioia insana…questa è mania per chi sa riconoscerla…e non vorrò occhi addosso quando dovrò pagarne il fio…non si sfugge alla legge della gravitazione universale…e ho più morti sulla coscienza di un cecchino… questo abito io non l’ho mai scelto…un giorno riuscirò a strapparmelo di dosso..e rinascere ancora e ancora e sempre…e forse lei sarà già andata via ma non potrà mai rimproverarmi nessun tipo d’inganno…

 

Delia Cardinale

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