Esausta della putredine… fuligginosa e tetra l’anima sporca d’inettitudine e onnipotenza…danzare con la mia ombra incontrollabile, prenderla sottobraccio senza più cercare di assassinarla: non potrà più vendicarsi adesso, stretta al mio fianco come un’appendice che non voglio più nascondere… lasciarsi andare al Sabba sacro e profano della vita, leccare ambrosia e veleno di ogni esperienza, dalla sabbia tra le dita all’incoscienza, dall’abbraccio insolente di uno sconosciuto al sorriso di mia madre… e nonostante tutta la caligine sul rimosso freudiano e l’inestricabilità dei comportamenti disfunzionali, nonostante il Necronomicon e la Bibbia, la curiosità verso il fluido e l’immobile, l’eterno e il metamorfico…sopravvive la ferrea volontà di migliorarsi, nutrire lo spirito con tutte le virtù e tutti i vizi…che io sia ricomposta in una qualche completezza, e non più smembrata e scissa in bene e male agli antipodi…essere per questo la sfumatura più incantevole: somma dei contrari, durevole accordo tra essere e apparire, servizio e patrocinio, guerra e pace… deliranti pensieri sparsi sulle pareti della stanza, lucidissima analisi del senno di poi…quando riemergo da un tuffo consapevole nel fiume della vita…avrò toccato il fondo in un passato indefinito, ma ho imparato la direzione della superficie, del firmamento… dalle fogne all’iper-uranio per amare quelle piccole cose che ogni giorno, per troppo tempo, ho creduto fossero mie come il respiro…

A volte servono solo proiettili…

Delia Cardinale

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