Dolce ricovero al passo che non riposa, questa terra esotica e scura…mai dissodata dall’avidità dell’aratro, nè coltivata, curata o mietuta. Sciolta sulla china di un’erta impraticabile, tra autostrade distratte e contorte mulattiere, resta altissima, lontana…dimensione purgatoriale vicina al paradiso che non ha raggiunto e all’inferno che non ha dimenticato: limbo edenico sospeso a mezz’aria come un aquilone senza rocchetto…danzante, ingovernabile, amante di tutti i venti che sfilano nell’aria… terra di nessuno, indurita dalla merla e dal solleone, ma viva e pulsante come energia potenziale che serba gelosissima il mistero della cinesi…e moto sia, un giorno, quando una qualche ninfa dei boschi ne accarezzerà i declivi…

Ho camminato lungo i margini di questa terra santa, osservato con sdegno discariche abusive e relitti, cocci di maiolica, calcestruzzo e ferraglia, scarti d’industria, animali morti avvolti in sacchi di yuta, mattoni, ruggine sparsa su pezzi di carrozzeria, copertoni squarciati, vetri rotti e infissi divelti: orrido mosaico d’infamia ai confini del luogo in cui ho scelto di fermarmi… tra mille altri, l’unico che ha destato, in cauta sordina, la mia passione pioneristica di creatura selvaggia e scostante.

Quest’anima pirata assuefatta al viaggio senza meta, alla navigazione oceanica verso il nulla, al passo svelto e sicuro di chi sa che le scoperte sono rarissime, eppure tenta di smentirsi sempre..nell’ossessiva ricerca di una qualche isola incontaminata e senza nome… Quest’anima odissiaca ha come seguito l’elettricità di un impulso, sul ciglio maledetto di una terra senza promesse, quel folle profumo di fiori: sentore ultra-sensorio che ha schiuso i cancelli di un’incantevole giardino negato alla vista e all’impressione…

Vale sempre la pena arrampicarsi sull’altura, dove gli appigli sono pochi e con tutto il rischio del precipizio…se non si può costruire una casa sulla rupe, l’ascesa sarà valsa al godimento effimero del panorama…solo certe prospettive hanno la forza di mutare i luoghi e insieme l’occhio che li contempla…

In ginocchio su questa terra ho trovato, tra i gigli, una notte di pace…

 

Delia Cardinale

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