Monica Cirinnà, Parlamentare del Partito Democratico, Silvana Amati e Manuela Granaiola e laLav (Lega antivivisezione) hanno presentato una proposta di legge, non ancora discussa, che obbligherebbe tutte le mense, i ristoranti e i bar ad offrire alla loro clientela almeno un menu vegetariano e uno vegano.

Se la proposta di legge dovesse essere approvata, il menu alternativo dovrebbe essere esposto e pubblicizzato in tutte le mense pubbliche, convenzionate e private, o che svolgono servizio pubblico, nelle mense che svolgono servizio per me scuole, a partire dagli asili fino alle mense universitarie, nei luoghi in cui i lavoratori si fermino per la pausa pranzo.

 

La proposta di legge però contiene anche un’altra novità: dare spazio all’educazione alimentare. Entro l’anno successivo all’entrata in vigore della legge il Ministero della pubblica istruzione inserirebbe anche uno spazio dedicato all’insegnamento difondamenti di gastronomia, nutrizione e soprattutto ristorazione vegetariana e vegana nei percorsi didattici degli istituti professionali alberghieri e per i servizi ristorativi.

In aggiunta, i Ministeri della Salute e delle Politiche agricole, almeno una volta all’anno, secondo la proposta, dovrebbero dar vita a campagne informative sui benefici apportati da una dieta vegetariana e vegana, e in generale dall’uso di prodotti vegetali. Nel caso in cui la legge non venisse osservata, i proprietari di mense, bar e ristoranti andrebbero incontro all’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie: da 3 a 18 mila euro e sospensione della licenza di esercizio per trenta giorni lavorativi, con possibilità di inasprimento in caso di recidiva.

 

Questa proposta di legge rappresenterebbe un’opportunità per molti di accostarsi a nuovi gusti e sapori e per chi è un habitué, in Italia i vegetariani sono ormai 2 milioni, la possibilità di non rinunciare alle proprie abitudini neanche fuori casa.

fonte: http://news.supermoney.eu

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