Era il giorno in cui…
Mi svegliai per la centesima volta o forse millesima con quel forte desiderio.
L’avevo già detto a mamma e papà, fino ad esasperarli.
Volevo quel walkman rosso che era in vetrina nel negozio Moscaritolo nel corso, lo desideravo con tutto il cuore.

Avevo già pronta la mia cassetta.
Quanto era stato difficile: ascoltare la radio, riconoscere la mia canzone preferita dalle primissime note, premere contemporaneamente quei due tasti e avviare la registrazione.
E altrettanto difficile premere lo stop prima che iniziasse lo stacchetto o una pubblicità.
Eppure quella canzone di Raf terminava con:
“Sono Franco De Lucia
Il sindaco della città di Bari”
Ma non importa, avevo Raf, avevo Luca Carboni, i Dire Straits e Anna Oxa.

Ero pronta.
Quel giorno tornata da scuola l’avrei detto di nuovo a mamma e papà.
Quel giorno, tornata da scuola, la tavola era apparecchiata.
A fianco al mio piatto c’era una scatoletta di cartone, aspettai che arrivasse papà dal lavoro. Ci sedemmo tutti a tavola.
La aprii… il mio walkman rosso!!
Avevo le farfalle nello stomaco, pranzai di tutta fretta. Non vedevo l’ora di provarlo.

Una corsa sul divano. Era estate, quel divano a quadretti beige e marrone, era caldissimo, ma il mio walkman risplendeva.
E via con Raf, Luca Carboni, Dire Straits, Anna Oxa, il sindaco di Bari.
Poi un’altra corsa verso il citofono del portone a fianco:
Cosimoooo mi daresti solo per questo pomeriggio la cassetta dei Metallica?

Daniela Valentino

*

Era il giorno in cui frequentavo la seconda elementare, o forse la terza, chissà. Quando nacque la parola non saprei dirlo però ricordo che lei mi chiese: “Che colore ti piace ?”

“Il verde! “dissi io.

“Che bello, come la natura!” rispose lei.

Il colore del suo grembiule era bianco col fiocchetto rosso, il colore del mio era blu.

Andavo al suo banco, veniva al mio banco, chiedevo la sua penna, chiedeva la mia gomma. Senza dubbi, senza domande, senza pretese.

Quando mi guardava lei sorrideva sempre ed io sorridevo sempre.

Quando nacque la parola non saprei dirlo però ricordo che gli chiesi: “Vuoi essere la mia fidanzata?” 

“Sì!” mi rispose subito.

Mi veniva naturale darle la mano quando scendevamo i gradini della scuola. Possiedo tutt’oggi l’ancora portachiavi che mi aveva regalato.

Francesco Colasuonno

*

Era il giorno in cui le rondini cominciano a riempire il cielo azzurro.
Quel pomeriggio Cappuccetto Rosso stava preparando il suo cestino.
Una mela rossa e un pezzetto di crostata.
Richiuse il cestino. Aprì il cancello e uscì.
Camminava lungo la strada deserta, le rondini volavano così basse che quasi la sfioravano.
Dopo la curva, lo sapeva, avrebbe trovato la banda di Dog.
Appena la videro, i cani le andarono incontro affamati.
Per ultimo arrivò Dog, un grosso lupo nero un po’ spelacchiato.
“Dove vai Cappuccetto Rosso?” chiese il lupo.
“Vado dalla nonna” rispose lei.
“Ti accompagniamo noi” .
Così tutti insieme proseguirono lungo la strada che portava ad un boschetto di querce.
Sotto una grande quercia c’era un fungo gigante, con due finestrelle e una porta.
Cappuccetto Rosso, con dietro i cani e il lupo, bussò alla porta.
“Nonna?”
“Oh nipotina mia cara, ho preparato la shepherd’s pie, ce n’è per tutti!”
Il lupo con la sua banda di cani, Cappuccetto Rosso e la sua nonna si siedono a tavola e mangiano
tutti insieme.

Lucia Sblendorio

*

Era il giorno in cui ho preso per la prima volta l’aereo.
Il cielo era così vicino da assumere una tonalità di celeste inedito, luminoso, come quello che ho visto – quarant’anni dopo – nei mosaici dell’Alahambra di Girona.
Mia madre indicò il mare, sotto di noi, e disse: guarda, quelle sono le Tremiti.
Dall’alto i colori appaiono diversi, è l’effetto dell’incidenza dei raggi solari, adesso lo so.
Quel giorno il blu del mare mi è rimasto impresso a fuoco nella memoria e non mi ha mai più abbandonato.
Ne sono rimasto sopraffatto.
Eppure le Tremiti non le riconoscevo.
Erano grandi quanto un fazzoletto, e non riuscivo a capacitarmi di esserci stato su.
Può un fazzoletto galleggiare sul mare?
Quel giorno ho capito che tutti possiamo farlo, se lo amiamo abbastanza.

Manlio Ranieri

 

*

 

Era il giorno in cui i delfini decidevano di andare a morire sulla riva, tutti insieme.
La tristezza a volte piombava nei visi con il suo potere del non senso.
Ciò che non capiamo ci fa una paura fottuta.
La prima volta che ho sentito la paura mi sono persa.
In un palazzo.
Di giustizia, cantava Piero Ciampi.
Di Castellaneta Marina, ricordo io.
Salivo ogni piano a piedi e mai alla porta mi accoglieva mia madre.
Il gusto dei pomodori nell’insalata del nonno di Gianni erano la proiezione del tramonto di fuoco e d’arancio
del ricordo a venire.
Annalisa Falcicchio
*

I testi che avete letto sono stati scritti durante il laboratorio di scrittura in presenza di mercoledì 5 febbraio 2025.

Prima vi è stata la condivisione di contenuti e suggestioni dal libro “l fuoco che ti porti dentro’ dentro di Antonio Franchini e dal film American Beauty di Sam Mendes.

Tutti i testi sono stati scritti in circa dodici minuti.

Li abbiamo letti e ci siamo resi conto che davvero parlare di ricordi e prestare a loro attenzione ci fa bene e ci fa ricordare mille mila dettagli.
Ascoltare o leggere i ricordi degli altri ci ricorda e accende i nostri.
Molte emozioni riaffiorano e ci restituiscono vitalità e creatività.
Scrivici per informazioni e per partecipare al laboratorio di scrittura in presenza del mercoledì oppure ai nostri laboratori online.

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