Lunedì 20 Ottobre 2043. L’ultima famigliola di turisti aveva lasciato l’isola e mancavano sette giorni alla “Giornata Internazionale delle Vittime del Matrimonio”. Lì ad Enanda c’era già l’atmosfera della festa nazionale.

In inverno la sua popolazione fatta solo di divorziati occidentali, aspettava solo quella festa per trasformare l’isola da casto ritrovo per famiglie in rifugio per ricchi adulti di mezza età. Tutti felici quindi, tranne uno: Rocco. Lui attendeva da settimane una benedetta risposta. Questione di vita o di morte. Da quella risposta dipendeva la sua partecipazione alla festa o la sua esclusione forzata.

Non era il certificato di divorzio ma qualcosa di molto più importante.

Anche quel lunedì perciò appena sveglio, chiamò il portiere dell’hotel per porgli la solita domanda: – “Vincent, è arrivato qualcosa per me?” – e lui – “Nulla! I’m sorry!”. La settimana passò in fretta e arrivò l’ultimo giorno utile per ricevere la risposta.

– “Vincent, è arrivato qualcosa per me?” –

– “Yes, si! Una busta da Milano” –

– “Cazzo, apri subito quella busta e leggi cosa c’è scritto! Subito!” –

– “Negativo, c’è scritto negativo, I’m sorry!”-

– “Siiiii, negativooooo” – urlò Rocco – “sono negativo all’Aids, negativo e domani alla festa spacco tutto, spacco tutto!” –

Lasciò l’hotel e andò a tuffarsi felice nell’oceano mentre sulla nave che gli aveva portato la busta, il capitano al telefono chiedeva il divorzio alla moglie.

Uno scritto di Sabino Ferucci prodotto durante il nostro corso di scrittura online e interattivo

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® fotografia di Ben Zank

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