Aveva vagato per ore per la città, cercando tenacemente un negozio di souvenir, e rientrava nella sua stanza stanco, con un sacchetto pieno di cartoline che ritraevano il ponte di Brooklyn a tutte le ore del giorno e della notte, una presina con su scritto I LOVE NY, una corona della statua della libertà in gomma piuma, ma soprattutto il suo orgoglio era una bottiglia di acqua Fiji, imbottigliata sull’isola Viti Leu ed estratta da uno strato acquifero artesiano. L’aveva pagata ben 18 dollari!
Soddisfatto dei suoi acquisti, non desiderava altro che raggiungere la sua stanza, togliersi le scarpe e gettarsi sul letto, ma più di ogni cosa voleva fortemente fare pipì.
La tratteneva ormai da ore, aveva creduto di farcela in metro e non aveva voluto fermarsi in un bar e adesso se ne pentiva amaramente.
Mentre, giunto finalmente in albergo, aspettava l’ascensore, spostava il peso da una gamba all’altra, saltellava, stringeva gli addominali, ma tutto ciò a cui riusciva a pensare erano solo fontane, cascate, fiumi in piena.
Che disperazione , l’ascensore sembrava non arrivare mai.
Finalmente si aprì, lui si precipitò all’interno e spinse il tasto 22. Sembrava salire ad una lentezza sconcertante.
Ma ecco che al 15° piano, un botto improvviso, il buio, l’ascensore si bloccò, la luce di emergenza si accese e una voce metallica disse: “Attention, please, there was an interruption of electricity, we have already alerted the rescues, as soon as possible we will repair the demage.Keep calm.”*.
La disperazione si impossessò di lui, non tanto per l’idea di essere bloccato in ascensore, quanto per il fatto di non essere più in grado di trattenere la pipì.
Ormai in preda al panico valutò tutte le possibilità:
1) Trattenerla e pregare che tornasse subito l’elettricità. Prima opzione bocciata
2) Farla nei pantaloni, ma una volta uscito avrebbe dovuto giustificare la chiazza per terra.
3) Usare la bottiglietta d’acqua. Ma in che modo? Costava ben 18 dollari. Avrebbe fatto meglio a berla tutta per poi usare la bottiglia come urinatoio?Il solo pensiero di ingerire acqua lo atterriva.
Non rimaneva che svuotare la bottiglia gettando l’acqua per terra.
Così fece. Pensando a malincuore ai 18 dollari che scivolavano via in un rivolo sotto i suoi piedi.
Prese la preziosissima bottiglia in resina plastica tereftalata dalla forma squadrata ed elegante, si posizionò e si liberò finalmente.
Sfortuna volle che in quel preciso istante le porte dell’ascensore si aprirono, tutto si illuminò a giorno e lui si ritrovò inerme, davanti a 5 vigili del fuoco e ad una folla impaziente che lo fissavano mentre pisciava in una bottiglia griffata.
Con le entrambe le mani impegnate tutto ciò che riuscì a dire fu:
“What floor do you go to?”*

* “attenzione, c’è stata una interruzione dell’energia elettrica, abbiamo allertato i soccorsi, a breve provvederemo a riparare il danno. Mantenete la calma “

* “a che piano andate?”

Nicla Gadaleta

 

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