Era davvero inspiegabile- pensavano tutti. Stupore di bocche aperte sdentate, l’invidia con mille occhi a fessura. E poi, finalmente. Il rispetto. Labbra distese soddisfatte dietro lo scasso. Tra l’anima di una vecchia renault e i dorsi arrugginiti della collina. In bilico sulla vasca della fontana morta le dita in bocca per il fischio più forte. La campagna scossa da un altro volo di gazze in fila per due. Rocco si strofinava la maglietta sul viso, il torace ossuto e lo sputo da manuale. Obliquo denso velocissimo. Sciolto su fili erba riarsa. Le unghie nere sul cotone grigio sporco e la voglia di tornare al centro. Ma la piccola amazzone che aveva fischiato più forte gli aveva soffiato via tutta l’attenzione. Anche Mario con gli occhiali tondi e le bretelle. Il tergo con le dita a cesto dietro la nuca: fingeva che non gli importasse. Ma gli bruciava come il solleone. Rocco il meglio. Rocco il capo. Battuto nei fischi da una ragazzina.

 

Lei piangeva seduta al gradino del palazzone. Una cascata di riccioli singhiozzanti tra le ginocchia. Tata tornava in quel momento con la busta delle noccioline: era domenica e già sapeva tutto. La nipotina non sapeva fischiare e i ragazzacci della campagna la prendevano in giro. Perfino Assuntina sapeva farlo e lei che era di due anni più grande proprio non ci riusciva. Ore di allenamento con la lingua e le dita e le teorie, ma niente. Tata lo sapeva perché non ci riusciva: aveva quel problema ai nervi. Tante cose quella bambina non poteva farle. E se il sorriso si può mascherare col cipiglio perenne dei duri, il fischio…il fischio era un’altra cosa. Ma lui che era stato pastore e tabagista conosceva tutte le magie delle carte e delle scarpe. Aveva costruito per la sua bambina un fischietto invisibile. Dal laterizio del vecchio pollaio. Un piccolo cuneo con due fori che s’incastrava tra indice e pollice. Aveva preso le misure per la manina della nipote, mentre lei dormiva. Il fischietto portato alla bocca dalle dita, con lo stesso colore della carnagione estiva di tutta la gente del sud. Il fischio più forte della campagna.

 

– Nonno, ci sono riuscita! Dovevi vedere Rocco…- la bambina era al settimo cielo. Finalmente sapeva fischiare.

– Dove non arriva il corpo, arriva la mente- Tata fumava la pipa. Conosceva quel piccolo cuore: sapeva che avrebbe svelato l’inganno, prima o poi. Di questo era orgoglioso: l’aveva educata bene.

 

Delia Cardinale

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