Amore, morte e caffè.

Cena dei pazzi davanti la tv. Ma che sia dek, il caffè.

Vietati gli eccitanti come le forbici e i rasoi. E quell’apatica attesa di rivoluzione: un colomba bianca dietro le inferriate. Si sente urlare dal reparto, al piano terra. Sfilate di fantasmi in pigiama. E ci sono i geni. E ci sono i minorati e gli schizofrenici e i figli di Truffaut. Dispense di litio e barbiturici. La sala mensa è un’altalena, sinusoide umana di lamenti e silenzio. Il miglio bianco, dove si ride anche. Alcuni escono e non li riconosci. Giacca e cravatta, a volte un buon lavoro. E non sai se eviteranno gli interstizi dei marciapiedi, nè se usciranno di casa, una volta usciti. Sono facili i tribunali, per supplici e superstiti. Ingranaggi tappezzati di cerotti usati, per le strade. Come i manifesti urlanti e le pubblicità progresso. Eccessivi o inconsistenti: come caramelle fuori commercio o ricordi distorti. E si va a fare la spesa al discount e ti ritirano la patente e ti danno dei soldi a volte, su cui sputerai cento volte. Il prezzo è per le sigarette e qualche cartone di vino. Poi ci sono le comunità e i discorsi col barbiere. E chi rifiuta un caffè, perchè hai le unghia nere o non sei pettinato.

Amore, morte e caffè.

Pranzo dei pazzi davanti la tv. Ma che sia dek, il caffè.

E ti tremano le mani ma non sei in Siberia. Forse un po’ si, ma c’è troppa gente E t’innamori della ragazza dietro al bancone del bar, perchè sorride quando arrivi. Lo fa con tutti ma t’illudi che con te sia diverso. Quanto ti manca l’amore, quello della Mulino Bianco e dei film muti. Sarebbe bello si fosse in due, no? Ma c’è qualcosa che ti manca dentro, una vertigine che porta lontano. E sono più gli omicidi dei matrimoni. Ti sembra così. Non come quando eri bambino. E mangi scatolette sotto i neon cercando di ricordare il profilo di quella donna. Lei solo lei. Le piacevano i girasoli e i dischi di Ravel, la pioggia d’estate e il fischio della teiera. Un’altra vita. Prima del gorgo sinaptico sul cornicione e dell’overdose chimica. Prima della prima crepa. Ed anche in tv si muore, adesso. E ti senti l’Afghanistan. Lei in Medio Oriente con le sue siringhe e tu negli uffici a portare il caffè. Maledetto caffè. Aprendo vecchie scatole il bite morsicato e pennelli induriti, un papillon blu primitivo,lo scheletro di un soffione raccolto chissà dove…

Amore,morte e caffè.

Colazione dei pazzi davanti la tv. Ma che sia dek, il caffè…

Delia Cardinale

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