Stanotte ho sognato che eravamo in carne ed ossa

La gente l’alcol il sudore ti ricordi quella sera?

Mi guardasti da orientale

Scivolando tra quei corpi stretti stretti in una mano.

– Dove andiamo?  Te lo chiesi ma sapevo

Che anche il posto più selvaggio non conosce le parole

Di chi sa che con l’amore non c’è tempo di scherzare.

Sconosciuti lo eravamo, ma l’odore ha una memoria

Di animali allucinati

Lupi amanti al plenilunio.

–  Vuoi sentirla una poesia?  – Che poesia? mi  rispondesti

– Ho tre fiammiferi per te che rollan erre giù per la Senna

Mi sono appena innamorata, volevo dirtelo così.

–  Allora io salgo sul Vulcano fino a raggiungere la luna

Le dico:  Splendi, nostra signora, che noi domani non ci saremo più!

E così ci siamo amati una due cinquanta volte

Giusto il tempo di imparare a decifrar le nostre mappe

pizzo verde di collane, gonne fatte di capelli e cinture di avambracci.

Meraviglia ti respiro in quest’odore che conosco

e che è mio, mio soltanto fin da quando ti tradisce.

 

Se rimani ti prometto una sveglia mattutina

Alle cinque meno cinque un ombrellone in prima fila

Sulla spiaggia che vorrai

Piedi scalzi anche d’inverno su tappeti di petali blu

La domenica mattina ti farò la comunione

con latte e pan di stelle blasfemi quanto basta.

Ti pettinerò i capelli ogni giorno con le dita

Ti nasconderò i vestiti, le scarpe, le cinture

Una boccetta di Jack Daniel’s sulla mensola dello specchio

La userò come profumo

E tu poi ti ubriacherai ad assaggiar di cosa so.

Ti racconterò una storia con un libro capovolto

E non importa cosa dirò ma che tu ci creda ancora.

Ti prometto una tisana al gusto amore e graminacee

un po’ di tiglio e di melissa per burlarci di Morfeo

Un respiro profumato di sale grosso appena sciolto

Sotto un arco perfetto mi rannicchio e trovo il mio posto

Ecco, come questa rima io e te combaciamo

Senza punti e senza virgole alla fine di una frase.

 

Cos’è scritto sul tuo corpo?

Ho alzato il velo d’epidermide e ci ho trovato vasi enormi

Con dentro un fiore, un fiore solo.

Se lo vuoi rimango qua io non voglio più scappare

Ho sacchi pieni di parole che ho bucato piano piano

Ne avrò perse un centinaio tra latrati silenziosi

Quel che ho dimenticato spiegami

Dimmi come si fa ad amare senza spogliarsi

Spiegami!

 

Come fossi un origami di lino ocra impolverato

Un vestito di gelsomini lungo quanto da qui a Milano.

 

Tu che sei la mia preghiera in dialetto misto al riso

Io crocifissa alle tue spalle fino all’ultima buonanotte.

 

Cristina Carlà

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SULLA STRADA DA QUI A MILANO diCRISTINA CARLA’ è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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