Poesie saturnine, 1866, sez. Capricci

Elle jouait avec sa chatte,
Et c’était merveille de voir
La main blanche et la blanche patte
S’ébattre dans l’ombre du soir.

Elle cachait – la scélérate ! –
Sous ces mitaines de fil noir
Ses meurtriers ongles d’agate,
Coupants et clairs comme un rasoir.

L’autre aussi faisait la sucrée
Et rentrait sa griffe acérée,
Mais le diable n’y perdait rien…
Et dans le boudoir où, sonore,
Tintait son rire aérien,
Brillaient quatre points de phosphore.

[Paul Verlaine, Poèmes saturniens]

 

Donna e gatta

Lei giocava con la sua gatta,
e quale meraviglia era vedere
la mano bianca e la bianca zampa
trastullarsi nell’ombra della sera.

Lei nascondeva – scellerata! –
sotto i guanti di filo nero
le unghie d’agata assassine,
taglienti e chiare come un rasoio.
Anche l’altra faceva la sdolcinata
e ritraeva gli artigli acuminati,
ma il diavolo non ci perdeva nulla…

E nel boudoir dove sonoro
tintinnava il suo aereo riso
brillavano quattro punti fosforescenti

La prima vera raccolta di Paul Verlaine, all’insegna di Saturno, dell’assaggio e del presentimento di un destino travagliato. Malinconia, tristezza, umor nero caratterizzano perciò questi versi, ancora sotto l’influsso di Baudelaire.

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