Sulle labbra degli uomini, la parola non è mai venuta meno; le parole, i canti, le grida si succedono senza fine, s’incrociano, si urtano, si confondono. L’impulso della funzione linguaggio è stato condotto fino all’esagerazione, fino all’esuberanza, fino all’innocenza. Le parole dicono il mondo e le parole dicono l’uomo, quel che l’uomo vede e sente, quel che esiste, quel che è esistito, l’antichità del tempo, il passato e il futuro dell’antichità e dell’attimo, la volontà, l’involontario, il timore e il desiderio di quel che non esiste, di quel che sta per esistere.

Le parole distruggono, le parole predicono, connesse o sconnesse; inutile negarle. Partecipano tutte all’elaborazione della verità. Gli oggetti, i fatti, le idee che descrivono possono venir meno per mancanza di vigore, ma si può esser certi che saranno subito sostituite da altre che avranno suscitato accidentalmente e che compiranno intera la propria evoluzione.

Abbiamo bisogno di poche parole per esprimere l’essenziale, abbiamo bisogno di tutte le parole per renderlo reale. Contraddizioni e difficoltà contribuiscono al cammino del nostro universo. Gli uomini hanno divorato un dizionario e ciò che nominano esiste.

Paul Eluard

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