Stasi o anche porta del sonno – dalla serie ‘Tabula Rasa’, 2013.
‘Stasi o anche porta del sonno’ si ispira al concetto di ‘onironauta’ e a quello di ‘tensione’ fisica ed emotiva che pertiene al sonno prima e al sogno poi. Per metterlo in scena mi sono ispirata alle fasi in cui si entra nel sonno e poi nel sogno, due fasi-viaggi in cui il corpo passa da uno stato di tensione fisica ed emotiva ad uno di leggerezza. Gli opposti ‘pesante-leggero’ i passaggi ‘veglia-sonno’ e ‘sonno-sogno’, sono simboleggiati dagli occhi bendati e chiusi. Il passaggio, che è impercettibile, è dato dalle differenze di inquadratura tra i frame tra loro simili; le scene vuote stanno a significare le infinite possibilità del sogno che nel caso di un onironauta divengono scelte.
Il soggetto delle foto è volutamente ambiguo (donna vestita da uomo): nella fase del sogno i singificati vengono ribaltati e mescolati, la nostra psiche è fatta di due componenti, una maschile e una femminile. Gli elementi che compaiono nelle foto sono simboli onirici ricorrenti: l’acqua è il simbolo dell’inconscio, l’acqua è la grande madre, sono le nostre profondità, come le selve; le finestre e le case sono simboli riguardanti le nostre radici e i passaggi da attraversare. Un gioco di dualismi che si rimbalza tra i concetti di ‘pesante-leggero’, ‘sonno-veglia’, ‘sonno-sogno’; chiudendo gli occhi si inizia un percorso impervio che non appartiene alla veglia seppure questa spesso ne porta le conseguenze-ricordi. Nel sonno siamo vicini alla morte ma siamo generatori di nuovi significati grazie alla capacità di sognare.

 

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