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DA “CARTA INTESTATA” (’81)

CARTA INTESTATA

Pettini setole stoffe
qualcosa ci sfiorò ripetutamente.
Ruoli, sconfinamenti, segreti:
percentuale che rese praticabile
lo smercio.
Apparenze novità sobbalzi
e fummo subito distanti.
La mano percorse i luoghi
della crescita e della stanchezza.
La lingua promulgò chiacchiere
e sillogismi.
Morbide attinenze sui prati
nei letti, in fondo a uno sguardo.

Macchia viola e cuore sincrono
luci accese e degeneri
sottratte le chiavi di casa.
Chi mimetizza il visibile,
l’attimo che non si può rivivere,
che tutti sanno?
Cosa frantuma strade, volti
e sesto senso?

Quello che non finì sottopelle
si annida tra le cime degli alberi
è quanto si vorrebbe arguire.

ENNIO CAVALLI

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